martedì 22 maggio 2012

TI CONSIGLIO DI ASCOLTARE..(2 consigli)

RICHARD GALLIANO -  Ruby My Dear
Dreyfus

Languido, passionale, evanescente è l’ultimo lavoro di Richard Galliano. Il pathos argentino unito all’eleganza del jazz è il risultato è “Ruby my dear”. L’unico che possa far continuare a vivere la musica di Piazzolla, Galliano, devoto, rispettoso e legato al musicista argentino, riesce sempre ad essere compenetrante e romantico perfino nei momenti di grande virtuosismo e di energici fraseggi.
L’ascoltatore può lasciarsi catturare da ogni languida sfumatura e vibrare nel ciclone di continue emozioni. C’è del dolore straziante, la speranza, e il ricordo, tutto sottolineato da “giochi” armonici pungenti, nervosi, pizzicati o melodie lunghe e trascinate. Le frasi del bandoneon sono pennellate di un pittore su una tela, colpi di martelletto su una statua per rifinire il profilo di un volto, sono la voce di una donna che canta di notte. Arpeggi ascendenti e discendenti toccano l’anima e si intrecciano come le gambe di due ballerini, che spiandosi negli occhi e trovandosi, si uniscono, esattamente come accade in questo cd tra il tango e il jazz.


PAOLO FRESU QUINTET – Kosmopolites

Primo album per la Blue Note, Kosmolites è l’ultimo lavoro del quintetto di Paolo Fresu. Caratteristica principale l’omogeneità, la perfetta armonia tra i componenti del gruppo. Scritto da Roberto Cipelli, il pianista del gruppo, il cd è formato da 14 tracce, tutte prove di una esemplare esecuzione basata su un alto livello di composizione e un’adeguata arte nell’interpretarla. Il merito di questo album è, inoltre, di Ettore Fioravanti alla batteria, di Tino Tracanna al sax soprano e tenore e di Attilio Zanchi al contrabbasso. Ottimo risultato per il primo di cinque cd che il gruppo dovrà registrare per la prestigiosa casa discografica Blue Note. Raffinata l’esecuzione dell’opera di George Friedrich Handel “Lascia ch’io pianga”. Delicato il tocco pianistico che riflette e interpreta il pensiero dell’autore, rispettandone il significato e non modificandone estremamente i tratti armonici. La tromba è sempre la stessa. Dolce e energica allo stesso momento, riconoscibile per il suono ovattato e suadente e per l’essere sempre discreta con il sapore di un jazz di altri tempi.

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