giovedì 17 maggio 2012

ANTONIO CARLOS JOBIM

Antonio Carlos Jobim: il poeta della danza. Il compositore più raffinato ed elegante del Brasile. Creatore della Bossanova, stile che nasce dall’”apparente” allegria del Samba e dalla genialità del Jazz. Tutti i migliori cantanti e musicisti hanno, di certo, interpretato almeno un suo brano. Gli ingredienti della sua musica sono la sensualità, l’eleganza, la malinconia e la delicatezza d’animo. Padre di “Chega de Saudade”, “Samba de uma nota so”, “Garota de Ipanema”, “Desafinado”. Collabora con i migliori musicisti brasiliani, Joao Gilberto, Baden Powell, Vinicius De Moraes ma raggiunge la fama quando comincia a lavorare con il sassofonista tenore Stan Getz, “The Sound”,  il Suono, il sax tenore per eccellenza, la voce dell’anima. La Bossanova di Jobim è tristezza e allegria contemporaneamente, ed è per questa ragione che con un suo sottofondo riesci a  sognare di recuperare un amore perduto o puoi struggerti per averlo perso, puoi piangere perché la tua vita non ti piace o sperare che migliori. La musica di Jobim è tonale, sincopata, le tonalità spesso in minore, gioca molto con i ritardi e gli anticipi delle battute per esaltare la musica riuscendo sempre a  “sorprendere” l’ascoltatore. Il suo linguaggio non è ricco di virtuosismi nonostante sia caratterizzato da nuove metriche, riuscendo così, a rappresentare tutte le sensazioni e le emozioni che si possano provare. “Credo che il musicista abbia una grande responsabilità: quella di fare una musica che porti tutti alla felicità e che orienti verso l’amore”. Crede molto nell’amore Jobim e, per questo motivo, è molto malinconico, costretto spesso, in un certo senso, a subire le delusioni e i tradimenti che questo sentimento regala con molto generosità. Infatti, un bel giorno decide di ritirarsi nella sua casa a suonare il piano e dedicare la sua vita esclusivamente alla composizione, nella più assoluta solitudine. Perché parlare della Bossanova in una rubrica che si occupa di Jazz? Perché rappresenta un ampio periodo nel quale i maggiori jazzisti hanno collezionato un successo dopo l’altro, regalando alla storia della musica interpretazioni assolutamente memorabili. È Frank Sinatra che comincia a collaborare con Jobim dando alla luce due dischi “Francis Albert Sinatra and Antonio Carlos Jobim. Poi è la volta di Stan Getz che interpreta i suoi standards più noti, dando vita ad una serie numerosa di  famosissime incisioni. Chi non ha mai ascoltato  “Garota de Ipanema” cantata da Astrud e Joao Gilberto o chi non ha danzato la ritmata “Desafinado”? Registrando quest’ultimo brano Getz ha detto : “Con questa canzone pagherò l’università ai miei cinque figli”. Chissà se lo ha fatt davvero ma, visto il successo, se lo sarebbe potuto permettere. È più che certo che Jobim, interpretato in mille stile diversi,  entra a far parte della storia del jazz solo attraverso la collaborazione con Getz, perché è stato l’unico capace di dare il profumo jazzistico giusto, la giusta combinazione di ritmo latino e di maturità jazzistica,  rispettando il significato della Bossanova, senza annullare o modificare il messaggio di malinconia e voglia di vivere. Infatti, molti jazzisti hanno trasformato la Bossanova in pezzi di virtuosismo e di freddezza assoluta. Molti sono i cd da ascoltare, ma le canzoni più ricche di  emozioni sono: “Insensatez” e “Retrato Em Branco e Preito”. Della prima c’è una bellissima versione registrata alla “Carnegie Hall” e che si può trovare nel cd “The Jazz Masters” della Verve, cantata proprio da lui, con un filo di voce denso e colmo di passione, con solo tre accordi al pianoforte, delicatissimi, quasi impercettibili, con poche note come se il pianoforte avesse solo quei precisi tasti e dalla chitarra altrettanto “educata” di Pat Metheny. Il secondo, invece, non ha avuto grande riscontro tra i jazzisti ma, se si fosse costretti ad avere solo dieci musiche da ascoltare, io sicuramente la inserirei tra quelle. Muore a 67 anni e il mondo perde l’Innovatore della musica brasiliana non trovando più, di certo, qualcuno che possa prendere il suo posto. Molto di questa musica sarà più comprensibile quando parlerò di Stan Getz, ma per ora basta dire che Jobim ha arricchito il Jazz al punto che innumerevoli standards, che non sono di natura prettamente “bossanoveggiante”  sono stati reinterpretati modificandone la metrica e trasformandoli in Bossanova. Diana Krall ha seguito l’esempio di Frank Sinatra. Modifica i più famosi swing e ballads del Jazz, riuscendo a creare dei nuovi motivi degni di tutta l’attenzione possibile da parte dell’ascoltatore che ritrova, in questi cd,  sia il linguaggio jazzistico che la tenerezza e la morbidezza del Jazz-Samba. Jobim  non è certo un jazzista ma  è il tentativo più che  riuscito di ingentilire il Jazz che stava diventando troppo celebrale, un insieme di pezzi di ghiaccio. In poche parole, Jobim è  un incendio da cui ci si lascia piacevolmente circondare, un vulcano sempre attivo, un’eruzione continua di emozioni.

viviinjazz

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