giovedì 17 maggio 2012

RACHELLE FERRELL



È bella, giovane, compositrice, pianista, cantante e arrangiatrice. Purtroppo ancora poco conosciuta è Rachelle Ferrell. Sfido chiunque ad ascoltare un suo cd e a non rimanerne impressionato. Nasce a Philadelphia. Incide solo tre album in dodici anni ma uno più grandioso dell’altro. Collabora con nomi del calibro di Quincy Jones, Dizzie Gillespie, Michel Petrucciani, George Benson, Brandford Marsalis. Riesce perfettamente a fondere la raffinatezza del R&B, il calore del Soul e la passione del Jazz. il suo primo cd è “First Instrument”del 1990. Undici tracce meravigliose, tra le quali una fantastica “My funny Valentine” e una “Autumn Leaves”, autentica perla rara accompagnata da un Petrucciani al pianoforte.
Ha una voce potentissima e una estensione di sei ottave, praticamente una in meno del pianoforte. Ha una tecnica spettacolare, una padronanza completa delle sue corde vocali, riesce ad ottenere suoni che, al primo ascolto, stenti a credere siano veri e  credi siano trucchi di registrazione, arriva ad ottenere dei risultati indescrivibili che nessuno, oggi, ha la capacità di raggiungere. Le sue improvvisazioni sono mature, energiche e precise. Riesce a prendere note a distanza di ottave con una precisione maestrale, senza cadere minimamente in indecisioni. Non stanca. Dopo che ascolti un suo cd sei costretto a riascoltarlo per accertarti che quello che hai udito sia reale. E il tuo stupore continua. Riesce a cantare “You don’t know what love is” con un filo di voce, dolcissima e sensuale per poi impressionarti con “Bye bye blackbird”, con i suoi numerosi “ululati” e con le sue note tenute ferme per tanto tempo. Nel frattempo ti chiedi: “c’è qualcosa che non può fare con questa voce?”.
Tutte le cantanti vorrebbero assomigliarle, avere la sua sicurezza, la sua capacità vocale. Molte di queste tentano di copiarla, rendendo le loro esibizioni monotone e patetiche. Alcune cantanti italiane, soprattutto quelle che credono di avere capacità jazzistiche, credono di essere al suo livello urlando a sproposito, improvvisando in maniera continua, non capendo che  l’improvvisazione ha uno scopo ben preciso. Come detto tante volte, l’improvvisazione serve specificatamente per “dire qualcosa”. Il mio primo insegnante di pianoforte, il Maestro Nucci Guerra mi disse: “Devi essere capace di trasmettere tutto quello che ti passa per la testa e nell’anima. Perfino le cose più futili. Se hai mal di testa, la gente lo deve capire”. Parole semplici che entrarono nella mia testa quando avevo tredici anni e che ancora oggi mi ripeto sempre.
Se improvvisi cercando di somigliare a qualcuno o solo per attirare l’attenzione, non hai capito nulla del Jazz e purtroppo, per chi non conosce l’arte di questa musica, è  facile restare vittime di un inganno da parte di queste cantanti che cercano di imitare le grandi anche nelle movenze fisiche e che cercano di prendere note alte per impressionare, come se la bravura fosse solo nel raggiungere quell’altezza, quell’intensità. L’abilità, purtroppo, non è solo lì. È avvilente come spesso l’Italia non riconosca il vero talento e per l’amore e per il rispetto della musica, ogni cantante italiana dovrebbe essere più onesta con sé stessa e con il suo pubblico, ridimensionandosi e dedicandosi esclusivamente alla musica leggera, come del resto poi tutte tornano a fare, non trovando dentro di loro le capacità per proseguire in altre strade. Nel tempo libero, può essere utile ascoltare Rachelle Ferrell che insegna come dare un suono e un significato a note altissime ma senza “stordire” relegando la giusta importanza all’espressione.
A volte si ha difficoltà a sentire la sua voce per quanto è sussurrata e soffiata, perché solo i jazzisti sanno che puoi emozionare anche solo “accarezzando” la melodia. Chet Baker è un maestro in questo. Sia con la tromba che con la voce.  
Rachelle Ferrell è un genio degno di prendere il posto della fantastica Ella Fitzgerald. Diverso lo stile, diversa la comunicazione, ma per quanto riguarda la tecnica e l’abilità vocale a Rachelle non manca veramente nulla. Inoltre, non ci dimentichiamo che è una grandiosa arrangiatrice delle sue creazioni e che sa suonare il pianoforte in maniera altrettanto grandiosa. Lo dimostra il suo cd “Individuality. (Can I be me?)” del 2000.
“Il compito di una cantante è di ritradurre le parole in emozione, esprimere lo spirito con cui una canzone è stata scritta”, afferma con la sua voce calda in un’intervista.
Quindi, un bicchiere di vino rosso, una candela accesa, magari la vostra metà accanto e Rachelle  Ferrell che “vola” nella vostra casa e il gioco è  sicuramente fatto.

viviinjazz

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